Napoli è senza dubbio la regina incontrastata dello street food, ovvero del cibo da strada. Tra pizze a portafoglio, pizze fritte, crocchè e cuoppi di frittura di pesce, passeggiare per la città a mani vuote è davvero un peccato!

Una delle specialità più amate e vendute per strada è il cosiddetto brodo di polpo che ha una lunga storia alle proprie spalle ed è una delle ricette povere più diffuse sulle tavole dei napoletani da secoli. Oggi tale pietanza è diventata più che altro un cibo delle feste, specialmente per il giorno dell’Epifania. In passato però era un piatto molto consumato in quanto il polpo era un pesce economico e molto facile da pescare nel Golfo.

La sua abbondanza, infatti, ha permesso alle famiglie più povere di nutrirsi con poco. Caldo e molto saporito, il brodo di polpo era composto da una semplice tazza di acqua nella quale era stato bollito il polpo con sale e pepe. I venditori di brodo giravano lungo tutto il centro storico di Napoli, soprattutto nella zona tra Porta Capuana e la Pignasecca. Oggi in città ne sono rimasti pochissimi che continuano imperterriti a vendere questa prelibatezza.

Una tradizione della storia secolare

Le prime testimonianze sull’arcaica vivanda napoletana risalgono fino a Boccaccio, il quale ne parla in una lettera privata del 1339. Successivamente a discuterne sarà anche Matilde Serao, la quale ne descrive l’atmosfera di convivialità nella sua opera Il ventre di Napoli. Per secoli il brodo di polpo è
stato consumato per strada presso le tante bancarelle che lo proponevano bollente in bicchieri o tazze.

Questo perché il brodo serviva a riscaldarsi nelle fredde giornate invernali e a mettere qualcosa nello stomaco con poche lire. Si pensa che la ricetta abbia avuto origine già al tempo della Magna Grecia, dove sembra che il polpo comparisse anche su alcune monete siciliane.

Il brodo di polpo però ha acquistato maggiore popolarità soprattutto nel secondo Dopoguerra. Infatti, è nel quartiere dei pescatori a Santa Lucia che si è assistito alla rinascita del piatto. Costava appena 10 lire ed era accessibile a tutti. Le bancarelle erano posizionate nel centro storico, specialmente nelle
vicinanze di scuole, cinema e mercati.

A Porta Capuana, a Forcella, alla Sanità, in Piazza Carità, a Montesanto, a Via Foria o al mercato della Pignasecca non poteva mai mancare “‘o bror ‘e purp”.
Nel 1943 a cambiare il modo di offrire il brodo sarà però Raffaele, detto Papucc o’ marenaro, il quale lo vendeva tra i vicoli di Porta Capuana servendosi di un carretto e versandolo in un bicchiere. Grazie al successo del suo brodo di polpo, ha poi potuto aprire il ristorante A figlia d’o Marenaro, tutt’ora presente in Via Foria.

Un piatto semplice, ma ricco di sapore

La grande quantità di polpo disponibile per i pescatori rendeva il brodo un prodotto ittico poco costoso, nonché un eccellente rimedio naturale per curare diversi malesseri, tra cui il raffreddore e la tosse. Il brodo di polpo era certamente un piatto povero, ma i più fortunati potevano trovarci dentro una o
due ranfe, cioè pezzi di tentacoli.

Il pesce veniva cotto in grandi pentoloni fumanti per strada, alla cui acqua si aggiungeva il sale, l’olio e il pepe nero. La cottura durava circa 45 minuti, girando il pesce di tanto in tanto. Una volta cotto il polpo, veniva scolato e tagliato a pezzetti.

Il brodo, invece, veniva versato in delle ciotole con qualche pezzo di tentacolo e una spruzzata di limone. Questa è la versione classica del brodo di polpo, ma c’è chi arricchisce la ricetta con sedano, alloro e aglio oppure c’è chi aggiunge dei pezzetti di fresella come accompagnamento.

Dove mangiare il brodo di polpo

Al giorno d’oggi la vendita del brodo di polpo è molto meno diffusa rispetto al passato e sono rimasti in pochissimi a proporre tale delizia ai napoletani, soprattutto in modalità ambulante. Uno dei locali più antichi di Napoli ad essere ancora aperto è ‘O Mericano a Via Foria.

Il signor Raffaele, figlio del fondatore Alfonso, cuoce il polpo in un grande pentolone come faceva la sua famiglia di pescatori del borgo di Santa Lucia. La pietanza è servita per strada come 100 anni fa, ma l’attività è comunque legata al chiosco per limiti di legge.

Altrettanto imperdibile è ‘Addo’ figlio ‘e Carlucciello in Via Cesare Rosaroll, una pescheria il cui proprietario discende da pescivendoli che in passato vendevano il brodo in strada. Il chioschetto vende pesce fresco, ma anche il brodo di polpo esattamente come si faceva una volta.

Sempre a Via Rosaroll abbiamo l’osteria È pronto ‘o mangià. È specializzata in menù di pesce ed è possibile assaggiare il brodo di polpo comodamente seduti dentro il locale. Per decenni i proprietari hanno venduto questa specialità per le strade del rione, almeno fino a quando hanno potuto.

Per finire, si può gustare il piatto tipico napoletano presso A figlia d’‘o Luciano a Porta Capuana. In attività dal 1969, il ristorante dispone di pochi tavoli dall’atmosfera intima ed è in grado di servire il brodo di polpo e altre bontà come pasta fagioli e cozze, polipo alla luciana, frutti di mare, impepata di
cozze e molto altro.