Miti e leggende da sempre avvolgono Napoli, conferendole un’aura di mistero ed esoterismo. Infatti, il suo patrimonio storico e culturale è ricco di storie di fantasmi, spiriti benevoli e cattivi e antichi racconti che si perdono nel tempo.

La stessa fondazione della città si basa su una famosa leggenda, quella della sirena Partenope e non a caso oggi per riferirsi ai cittadini napoletani si utilizza l’aggettivo “partenopei”. Tra spettri, streghe e spiritelli, sono moltissimi oggi i racconti che si tramandano oralmente di generazione in generazione e c’è chi come Benedetto Croce ha dedicato a questo tema la sua opera “Storia e leggende napoletane”.

La leggenda della sirena Partenope

Il mito più noto a Napoli riguarda la nascita della città e vede come protagonista la sirena Partenope. Questa leggenda è raccontata anche da Omero all’interno del 12° capitolo della sua Odissea. Infatti, Ulisse desiderava sentire il canto delle sirene che però attiravano i marinai con la loro voce per poi ucciderli. Allertato dalla maga Circe, l’eroe con i suoi soldati fa di tutto per resistere alla tentazione. Adirate per il rifiuto, le sirene si suicidano gettandosi sugli scogli. La sirena Partenope viene trascinata dalla corrente vicino l’isolotto di Megaride, dove oggi si trova il Castel dell’Ovo. I pescatori che ne ritrovano il corpo iniziano a venerarla come una dea, ma giunti a riva il cadavere si trasforma nella morfologia della città, della quale diventa simbolo.

I fantasmi di Castel Sant’Elmo

Napoli è una delle località con il maggior numero di credenze popolari e storie sui fantasmi. Tra i luoghi più infestati della città ci sarebbero i sotterranei di Castel Sant’Elmo e la Pedamentina, una piccola scala che costeggia la collina del Vomero. Si narra che sulla scalinata viva un fantasma vestito di bianco che passa il tempo a spaventare i passanti. Inoltre, di notte si sentirebbero urla e lamenti che, secondo un’antica leggenda, provengono dalle anime di coloro che avevano tentato di assaltare Castel Sant’Elmo e che erano stati uccisi. Si dice che questi corpi poi venivano lasciati nelle segrete per essere mangiati dai topi o forse dagli altri abitanti.

Leggenda dell’Isola della Gaiola

La Villa che sorge sull’Isola della Gaiola è ormai considerata luogo di sfortuna. Questo perché negli ultimi decenni sono accadute diverse sventure ai proprietari, se non addirittura la morte. Tra quelli più famosi c’è stato Gianni Agnelli, colpito da vari lutti familiari e il magnate Paul Getty, il cui nipote è stato sequestrato negli anni Settanta. Alla base di questa superstizione sulla villa ci sarebbe soprattutto la storia dei primi proprietari, una donna inglese e suo marito innamorato della cognata. Sentendosi tradita, la moglie avrebbe accusato duramente la sorella, spingendola al suicidio. L’uomo sopraffatto dal dolore si spara, mentre la consorte impazzisce.

O’Munaciello

Il Munaciello è uno spiritello dispettoso che abita le case e può portare sia sfortuna che fortuna. Si distingue per il fatto di indossare un saio da monaco che lo aiutava a nascondere le sue deformità. Per la scrittrice Matilde Serao questa figura è realmente esistita e sarebbe stato il figlio deforme di Caterinella Frezza, donna nobile innamorata di un semplice garzone contro la volontà del padre. La leggenda del Munaciello però dice anche se sarebbe stato un pozzaro, cioè un gestore di pozzi d’acqua che si insinuava nelle case dai canali di scolo per prendere oggetti preziosi. I napoletani gli attribuiscono poteri magici e lo accusano di episodi sfortunati, ma c’è chi lo considera benevolo poiché spesso lascia delle monete in angoli nascosti della casa.

La leggenda di Castel dell’Ovo

Castel dell’Ovo è uno dei principali simboli di Napoli e il suo nome proviene da un’antica leggenda che risale fino a Virgilio. Il poeta latino avrebbe nascosto un uovo magico nei sotterranei del castello per fare in modo che non potesse crollare. La sua rottura, infatti, causerebbe la distruzione dell’edificio e di tutta la città. Ovviamente l’uovo non è mai stato ritrovato, ma sarebbe custodito in un contenitore d’acqua in una gabbia di ferro attaccata ad una trave di quercia nei sotterranei. Tale leggenda era così radicata nel popolo napoletano che nel XVI secolo un crollo strutturale del castello gettò nel panico i cittadini e la regina Giovanna ha dovuto giurare di aver sostituito l’uovo.

Il Coccodrillo del Maschio Angioino

Raccontata da Dumas e da Croce, questa leggenda narra di un affamato coccodrillo presente in una delle fosse del Maschio Angioino. In principio utilizzato per imprigionare i criminali da punire più severamente, questa fortezza è presto diventata un luogo misterioso in quanto i prigionieri sparivano improvvisamente, fino a che non è stata scoperta l’esistenza dell’animale che sarebbe arrivato a Napoli dall’Egitto con la regina Giovanna II che lo usava per eliminare gli amanti non più graditi. In seguito, veniva impiegato per far scomparire le persone più scomode, ma il re Ferrante d’Aragona lo avrebbe poi ucciso soffocandolo con una coscia di cavallo.

La strega del Vesuvio

La leggenda della strega del Vesuvio è stata tramandata oralmente fino ad oggi. Avrebbe però avuto origine nel 1858, anno nel quale si è verificata una violenta eruzione vesuviana. Dopo l’eruzione il sonno degli abitanti era disturbato da terribili grida di donna. Queste urla si ripetevano ogni notte e non si capiva da chi provenissero. Per risolvere il mistero, i cittadini si rivolgono a una fattucchiera che viveva alle pendici del vulcano. Conosciuta come “vecchia e’ Mattavona”, la strega si fa accompagnare sul luogo dove si sentivano le grida. Qui pronuncia alcune parole in una arcana lingua e da allora ogni grido è scomparso. Questa leggenda ha poi ispirato la Disney per il personaggio di Amelia, “la strega che ammalia”.

La Bella ‘Mbriana

La Bella ‘Mbriana è uno spirito buono che abita le case dei napoletani portando fortuna ed è antagonista del Munaciello. Non se ne conosce esattamente l’aspetto perché si palesa di sfuggita nelle ore più luminose o nel primo pomeriggio e se la si vede, si tramuta subito in un geco, animale simbolo di fortuna. Seconda la leggenda, la Bella ‘Mbriana era una splendida principessa che aveva perso il suo amato ed essendo sola e triste, ha cominciato a vagare per la città. Il re allora chiede al popolo di aprire le porte delle loro case per farla entrare. È per questo che è considerata lo spirito protettivo della casa.